mercoledì 17 ottobre 2007

Come utilizzare le licenze Creative Commons

Negli ultimi anni si è affermato un nuovo modo di pubblicare opere e contenuti digitali sul web, ovvero attraverso l'utilizzo di licenze Creative Commons, in realtà la loro nascita è stata scaturita in seguito alle notevoli discussioni e richieste fatte dall'enorme bacino di utenza di licenze aperte dette licenze copyleft.

Siamo arrivati a festeggiare il quinto anno di vita di Creative Commons e la stragrande maggioranza di utenti ancora non sa in che modo è possibile utilizzarle. Per gli utenti più pigri ecco i filmati ufficiali che spiegano a grandi linee le meccaniche di utilizzo.
Chi, al contrario, invece ha voglia di saperne veramente di più, in modo approfondito, può continuare a leggere e magari contribuire a rendere questo post migliore lasciando un bel commento propositivo.

E' bene precisare esattamente tutti i vincoli e le condizioni a contorno di questo particolare tipo di licenze e partiamo proprio dalla dicitura some rights reserved (o alcuni diritti riservati) relativo alle licenze Creative Commons.
Alla base della larga diffusione di questo tipo di licenze c'è un paradigma di base molto importante: l'autore dell'opera trasmette alcuni diritti al pubblico, e sempre il pubblico deve rispettare alcuni obblighi non meno importanti per poter utilizzare l'opera.
Proprio grazie a questa relazione tra l'autore e l'utilizzatore dell'opera che è cresciuto l'interesse nelle realtà artistiche e scientifiche presenti in rete, riuscendo a far nascere dei veri e propri portali basati proprio su queste regole di pubblicazione, i casi più eclatanti, ad esempio in ambito musicale, sono Jamendo e Last.Fm.

Uno dei casi simbolo riguardo l'adozione di licenze copyleft per la diffusione di musica in un locale è quello relativo alla gelateria Fiordiluna di Roma che è riuscita a diffondere musica copyleft senza ricevere alcun compenso e quindi senza neanche dover pagare la SIAE per i diritti.

In generale è possibile licenziare opere basate su testo, audio, musica e video, e per chi si chiede come si possano avere delle garanzie in merito all'autenticità dell'opera, basta leggere il resto di questo post!

Al contrario delle licenze esclusive (o licenze copyright), le licenze Creative Commons sono state create proprio per poter diffondere liberamente sul web una determinata opera ma garantendone gli obblighi di attribuzione dell'autore, in caso di ulteriore diffusione fatta da pubbliche iniziative su spazi web o reali.
In pratica l'utente utilizzatore dell'opera potrà diffonderla ulteriormente, ma garantendo la diffusione anche dell'informazione relativa all'autore dell'opera. Riprendendo il caso della gelateria Fiordiluna di Roma, infatti, proprio per soddisfare questo obbligo, nel locale è stato installato oltre che un PC, anche un monitor LCD proprio per notificare l'autore dell'opera in ascolto in quel determinato istante. Quest'obbligo è definito nelle specifiche delle licenze Creative Commons come obbligo di attribuzione e viene indicato semplicemente con la sigla BY all'interno del logo utilizzato per classificare la propria licenza, esattamente in questo modo:


Esistono diversi tool, utilizzabili direttamente da web, prodotti e pubblicati dal CCLabs, grazie ai quali è possibile facilmente configurare la propria licenza secondo i seguenti obblighi per gli utilizzatori:

BY (attribuzione): l'opera può essere utilizza solo se viene garantita l'attribuzione della paternità dell'opera

NC (Non commerciale): l'opera non può essere utilizzata all'interno di un uso per un prodotto commerciale

ND (Non opere derivate): l'opera non può essere utilizzata per crearne un'altra

SA (Condividi allo stesso modo): l'opera può essere modificata solo se l'opera risultante sarà sotto una licenza identica o equivalente a questa.

Per poter pubblicare un'opera sotto licenza Creative Commons il primo passo è quello di convertire la propria opera in formato digitale in maniera opportuna ed assicurarsi che sia in un formato comunemente utilizzato sul web, in questo modo è possibile garantirne facilmente l'utilizzo a tutti, da notare che sono altamente consigliati e ben voluti i formati basati su tecnologie aperte e note.

Il secondo passo è di utilizzare uno dei generatori del CClabs e per creare i propri metadata RDF (Resource Description Framework) da pubblicare sul proprio sito web ed esattamente nella pagina che conterrà il contenuto che si desidera diffondere in rete.
I metadata sono dei microformati, basati sul formato XML, che includono tutte le informazioni della licenza adottata su una particolare opera e relativo autore, inoltre sono inclusi i tag HTML per poter visualizzare correttamente il logo Creative Commons associato alle caratteristiche della licenza adottata.

L'attuale interesse verso i microformati è essenzialmente basato sul tentativo di trasformare qualsiasi informazione pubblicata sul web in risorsa reperibile direttamente da remoto, proprio come se fosse immersa in un infinito database gestito proprio dagli utenti. Questa problematica è nota come Data Web ed è solo uno dei tanti ed insoluti tabù del Web Semantico e di ciò che forse sarà il Web 3.0.

In questo modo, ad esempio, è possibile interrogare il web su autori ed opere affiliati o meno ad una particolare licenza. In realtà si possono fare interrogazioni anche più astute, ma dipende moltissimo dall'utilizzo che ne fa l'utente che pubblica i suoi metadati, ed ecco che proprio in questa fase entrano in gioco le applicazioni di generazione di metadati che, purtroppo, non sono ancora particolarmente user-friendly per la stragande maggioranza degli utilizzatori del web.

Ma è meglio che ritorno a parlare di Creative Commons ed approfondirò l'utilizzo dei microformati in un post successivo.

Sempre all'interno della definizione dei campi relativi alla propria licenza, è possibile inoltre adottare un'ulteriore rilassamento dei vincoli della licenza, per fare ciò basterà specificare un'ulteriore campo dei metadata, ovvero il campo MorePermission URL che rappresenta l'indirizzo di riferimento da contattare per eventualmente dare la possibilità agli utilizzatori di ottenere minori obblighi di pubblicazione, sempre che l'autore dell'opera accetti o meno.

Il terzo passo è di pubblicare l'opera sul proprio sito e di renderla accedibile agli utenti dal web, non dimenticando di pubblicare nella stessa pagina le informazioni della licenza Creative Commons adottate per l'opera con i relativi metadata.

Il quarto passo è di registrare la propria opera in uno dei servizi di repository pubblici per contenuti licenziati Creative Commons.
Sul sito ufficiale è stato pubblicato l'elenco di questi repository: Content Directories.
In questo modo è possibile garantire una data di inizio validità della licenza in modo da definire la storia delle pubblicazioni dell'autore e poter evitare casi di dubbia paternità dell'opera.

Siamo alla fine del processo di pubblicazione e, come potete notare, un autore può pubblicare liberamente la propria opera, che non deve essere sotto alcuna licenza di tipo esclusivo, liberamente e senza alcun intermediario standosene tranquillo e pacioso a casa davanti al proprio PC.

Se poi siete interessati a diffondere ulteriormente la vostra opera, esistono moltissimi servizi web basati su contratti di pubblicazione non-esclusivi che possono essere utilizzati liberamente e contemporaneamente.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma come si fa a mettere questa licenza in un sito???
Fatemi sapere.. grazie

Piergiorgio Lucidi ha detto...

Basta seguire le indicazioni del widget Creative Commons per la scelta del tipo di licenza presente nella pagina License your work.

Al click sul pulsante Scegli una licenza ti verrà fornito in una textarea il codice HTML da inserire nel tuo sito. Inoltre sempre in questa pagina è possibile scegliere anche quale icona Creative Commons vuoi utilizzare. Al click di selezione dell'icona verrà automaticamente aggiornato il codice HTML.