martedì 25 dicembre 2007

PiùBlogCamp: l'intervista

Eccomi intervistato da Gabriele Niola, redattore di HTML.it, sulle problematiche della catalogazione e navigazione delle informazioni nel web. L'intervista inizia esattamente come il mio intervento, ovvero dalla mia domanda retorica posta alla platea del PiùBlogCamp riguardo l'utilizzo dei tag.



mercoledì 12 dicembre 2007

PiùBlogCamp: qualche commento

E' chiaro che il PiùBlogCamp non è stato un vero e proprio barcamp a causa innanzitutto della location non proprio idonea allo scopo ed alla difficoltà di organizzare gli interventi di tutti.
Concordo in molte osservazioni fatte da Stefano Epifani e Stefano Mainardi.
In pratica non è stata una non-conferenza, ma una vera e propria conferenza.
Sono convinto che fino a quando non si riuscirà ad organizzare questi eventi in modo più informale, ad esempio mettendoci tutti in una tavola rotonda, esattamente come abbiamo fatto l'ultimo giorno al WaveCamp di Firenze, le cose non potranno cambiare.
Io ho seguito quasi tutti gli interventi, forse ne ho persi uno o due, e devo dire che in ogni caso sono stati tutti molto interessanti, in particolare vorrei segnalare quello di Nicola Mattina riguardo il Corporate Blogging e quello di Corrado Truffi sul sistema per la partecipazione.

Ringrazio inoltre il grande Roberto Galoppini per aver citato all'interno del suo blog Commercial Open Source Software il mio intervento, sembra che sia stato apprezzato, sono quasi commosso.

Al di là delle problematiche organizzative, devo dire che pur avendo fatto conoscenza solo con alcuni, tra cui Antonio Doldo, Stefano Epifani, Lord Zarcon, Sabrina Montanari, Walter Pierbattisti e Nicolò Risitano del LSLUG, è stata un'esperienza notevole a partire dalla +PiùCena.

Arrivederci a tutti all'OpenCamp 2008.

domenica 9 dicembre 2007

PiùBlogCamp: le slides del mio intervento

Come vi avevo promesso già dal precedente post, per chi proprio non resiste alla tentazione, e per tutti coloro che non sono riusciti a fare un salto, ecco a voi le slides che ho presentato proprio quest'oggi al PiùBlogCamp romano per il mio intervento su "I Microformati ed il Web Semantico":



lunedì 3 dicembre 2007

PiùBlogCamp

PiùBlogCampDal 6 al 9 Dicembre al Palazzo dei Congressi dell'Eur a Roma si svolgerà PiùLibri la fiera della piccola e media editoria, e proprio nell'ambito di questa fiera si svolgerà anche l'evento organizzato da PiùBlog con interventi per approfondire e discutere del futuro del blog: il programma.
Il 9 Dicembre inoltre si svolgerà il barcamp PiùBlogCamp in cui si potrà partecipare attivamente alle discussioni, anche presentando un intervento alla bacheca la mattina stessa della manifestazione.
Ho preparato alcune slide per il mio intervento, che renderò disponibili sul mio account SlideShare in seguito alla manifestazione, per cercare di riassumere insieme la situazione attuale sul web semantico. Lo scopo di questo intervento sarà quello di divulgare, anche a chi non è un addetto ai lavori, cosa sia esattamente il web semantico.

giovedì 15 novembre 2007

I Microformati ed il Web Semantico

Come accennato in un mio post precedente, in cui ho trattato come argomento l'utilizzo delle licenze Creative Commons, eccomi quì adesso ad approfondire il discorso su che cosa sono i microformati e perché sono ritenuti così importanti, tanto che nella terza versione di FireFox verrà incluso un visualizzatore proprio per renderli facilmente consultabili.
La scrittura di questo post è stata davvero difficile, la voglia di informare anche chi non è un addetto ai lavori ha vinto rispetto all'irrefrenabile voglia di espletare interamente la tecnologia, reindirizzando a spazi più adeguati i più smaliziati tra di voi che vogliono approfondire questo argomento.

Che cosa sono i Microformati?

I microformati (o microformats) sono informazioni pubblicate in una porzione di codice, create in un particolare formato XML ed immerse (embedded) nella pagina HTML (o meglio XHTML) servita al browser. Il principale obiettivo di questi dati è quello di pubblicare informazioni, che possono anche non essere visualizzate come contenuto sulla pagina, ma sono considerate meta-informazioni (o metadati) interrogabili da remoto.

Attualmente esistono opportuni plugin, ad esempio se utilizzate FireFox, potete installare Operator o Tails Export, con cui è possibile visualizzare tutte le informazioni pubblicate con microformati presenti nella pagina che si sta consultando.

Inoltre con Operator vengono anche classificati in modo opportuno in diverse categorie di informazione: indirizzi, contatti, eventi, percorsi, tag, segnalibri e risorse.

Se provate ad utilizzarli quì su Open4Blog, troverete che Tails Export troverà la presenza di due microformati: uno relativo al mio contatto ed uno relativo alla licenza Creative Commons; mentre Operator renderà disponibili anche le informazioni dei tag dei post.
Possiamo classificare l'utilizzo dei microformati principalmente per due scopi: il semplice Data Web ed il Web Semantico.

Data Web

Le meta-informazioni sono interrogabili direttamente, in modo simile alle informazioni presenti in un database, questa particolare modalità di interrogazione è alla base di ciò che sarà il Web 3.0 ed è nota come Data Web.
L'attuale interesse verso i microformati è essenzialmente basato su questa importante caratteristica: trasformare qualsiasi informazione pubblicata sul web in risorsa reperibile direttamente da remoto, proprio come se fosse immersa in un infinito database gestito da tutti gli utenti.

Web Semantico = Data Web = Web 3.0 ?

Proprio in questi giorni si sta contribuendo a definire cosa sia esattamente il Web 3.0, l'opinione più accreditata sembrerebbe essere quella che avvicina la definizione di Web 3.0 con la definizione di Web Semantico.
Il Web Semantico si serve del Data Web, e quindi dei microformati, per poter interrogare i dati su tutta la rete ma con un particolare ponte di metadati: GRRDL (
Gleaning Resource Descriptions from Dialects of Languages).
Al contrario del Data Web puro, in questo caso i metadati non sono informazioni relative al contenuto in senso stretto, ma sono informazioni che riguardano la semantica del contenuto.
Ringrazio Simone Onofri, che dopo uno scambio di messaggi nella Semantic Web Italian Community mi ha reso disponibile un' eccezionale sintesi di tutto il meccanismo di conversione semantica:

Microformats -> GRDDL [XSLT] -> Web Semantico

Brian Suda e Dan Connolly hanno scritto le prime trasformazioni XSLT per l'estrazione di RDF da microformati. In questo momento altre persone si stanno occupando delle trasformazioni in RDF di altri formati.
Grazie all'interpretazione dei dati presenti nei microformati è possibile dare semantica, inserendo opportuni attributi o asserzioni in triplette: soggetto, predicato e valore.
E' quindi possibile caratterizzare con alcune asserzioni il significato associabile ad un contenuto pubblicato su web, potendolo interrogare e relazionare ad altri contenuti.

Ontologie

Per poter riuscire a far colloquiare tutti i sistemi per l'estrazione dei dati semantici vengono pubblicate le mappe di vocaboli di un determinato dominio di interesse, ontologie appunto, eccovi alcune delle più importanti che è possibile utilizzare adesso:

-RDF (Resource Description Framework): linguaggio di rappresentazione di una ontologia

-RDFS (RDF Schema): linguaggio di ontologia basato su RDF

-DAML+OIL: linguaggio di ontologia orientato agli oggetti (Object Oriented)

-OWL (Web Ontology Language): basato su DAML+OIL, è possibile definire ontologie web-based con maggiore applicazioni descrittive, ad esempio portali web e ricerche su contenuti.
OWL utilizza URI per nominare ed embeddare RDF, in questo modo è possibile aggiungere alcune capacità alle ontologie dando maggiore granularità e scalabilità.

martedì 13 novembre 2007

La carità in forma di videogiochi

Migliorare la vita dei bambini negli ospedali: è questa la grande sfida che anche quest'anno Child's Play vuole vincere.

Child's Play è un'associazione di raccolta fondi organizzata su web per regalare console, videogiochi e giocattoli ai bambini in tutti gli ospedali che aderiscono a questa nobile iniziativa ideata da Mike Krahulik e Jerry Holkins di Penny Arcade. Le liste di regali, per alcuni ospedali, vengono gestite direttamente da liste di prodotti Amazon, in modo tale da poter scegliere liberamente e velocemente cosa regalare, ad esempio è possibile scegliere se regalare una console o un particolare videogioco.
Per chi vuole invece donare direttamente è reso disponibile anche un bel bottone di donazione PayPal.
E' chiaro che il target di donatori ottimale è l'intera popolazione dei videogiocatori, stimata attualmente a circa 300.000.000 di unità nella sola parte occidentale del globo.

Davvero un'iniziativa lodevole, un esempio plateale di utilizzo delle funzionalità del Web 2.0 rese disponibili a tutti, ma che solo in pochi, purtroppo, mettono in pratica.
Spero vivamente che anche in Italia si cominci ad attuare una vera rivoluzione di buon senso e di corretto utilizzo della rete in concomitanza ad una particolare attenzione all' Educazione Informatica rivolta non solo ai più piccoli ma anche agli adulti.

ChildsPlayCharity

martedì 30 ottobre 2007

SIAE converge al copyleft

In seguito al comunicato stampa condiviso dalla SIAE riguardo l'inizio di un' apertura verso il copyleft, grazie al progetto pilota in collaborazione con Free Hardware Foundation e Liberius, giusto per fare chiarezza nel mondo dei diritti d'autore e delle licenze, ho deciso di fare questo post riassuntivo sulle considerazioni inziate dal post precedente.

Estremamente utile e ben curata la quinta puntata del videoblog sulla proprietà intellettuale di Christian Biasco e Francesca Terri, prodotto e pubblicato da ArcoIris TV, nel quale viene trattata in maniera molto intuitiva e semplice la problematica di pubblicare e rilasciare le proprie opere in rete.
Il copyleft è oramai una vera e valida alternativa, soprattutto perché la legge italiana adesso protegge l'autore dell'opera sin dal momento in cui l'opera viene ultimata, la problematica rimane quindi solo la dimostrabilità della paternità, risolvibile tranquillamente grazie ad un qualsiasi metodo di registrazione, ad esempio con l'utilizzo del metodo Copyzero o l'utilizzo delle licenze Creative Commons.

Le considerazioni fatte in questo video sono state in parte trattate anche nei commenti MySpace di Open4Blog proprio qualche giorno fa. Per chi non lo sapesse Open4Blog è disponibile anche su MySpace, quindi se avete un MySpace tutto vostro potete inviarmi una richiesta di amicizia da questo indirizzo:


Eccovi il link del video e buona visione a tutti:

mercoledì 17 ottobre 2007

Come utilizzare le licenze Creative Commons

Negli ultimi anni si è affermato un nuovo modo di pubblicare opere e contenuti digitali sul web, ovvero attraverso l'utilizzo di licenze Creative Commons, in realtà la loro nascita è stata scaturita in seguito alle notevoli discussioni e richieste fatte dall'enorme bacino di utenza di licenze aperte dette licenze copyleft.

Siamo arrivati a festeggiare il quinto anno di vita di Creative Commons e la stragrande maggioranza di utenti ancora non sa in che modo è possibile utilizzarle. Per gli utenti più pigri ecco i filmati ufficiali che spiegano a grandi linee le meccaniche di utilizzo.
Chi, al contrario, invece ha voglia di saperne veramente di più, in modo approfondito, può continuare a leggere e magari contribuire a rendere questo post migliore lasciando un bel commento propositivo.

E' bene precisare esattamente tutti i vincoli e le condizioni a contorno di questo particolare tipo di licenze e partiamo proprio dalla dicitura some rights reserved (o alcuni diritti riservati) relativo alle licenze Creative Commons.
Alla base della larga diffusione di questo tipo di licenze c'è un paradigma di base molto importante: l'autore dell'opera trasmette alcuni diritti al pubblico, e sempre il pubblico deve rispettare alcuni obblighi non meno importanti per poter utilizzare l'opera.
Proprio grazie a questa relazione tra l'autore e l'utilizzatore dell'opera che è cresciuto l'interesse nelle realtà artistiche e scientifiche presenti in rete, riuscendo a far nascere dei veri e propri portali basati proprio su queste regole di pubblicazione, i casi più eclatanti, ad esempio in ambito musicale, sono Jamendo e Last.Fm.

Uno dei casi simbolo riguardo l'adozione di licenze copyleft per la diffusione di musica in un locale è quello relativo alla gelateria Fiordiluna di Roma che è riuscita a diffondere musica copyleft senza ricevere alcun compenso e quindi senza neanche dover pagare la SIAE per i diritti.

In generale è possibile licenziare opere basate su testo, audio, musica e video, e per chi si chiede come si possano avere delle garanzie in merito all'autenticità dell'opera, basta leggere il resto di questo post!

Al contrario delle licenze esclusive (o licenze copyright), le licenze Creative Commons sono state create proprio per poter diffondere liberamente sul web una determinata opera ma garantendone gli obblighi di attribuzione dell'autore, in caso di ulteriore diffusione fatta da pubbliche iniziative su spazi web o reali.
In pratica l'utente utilizzatore dell'opera potrà diffonderla ulteriormente, ma garantendo la diffusione anche dell'informazione relativa all'autore dell'opera. Riprendendo il caso della gelateria Fiordiluna di Roma, infatti, proprio per soddisfare questo obbligo, nel locale è stato installato oltre che un PC, anche un monitor LCD proprio per notificare l'autore dell'opera in ascolto in quel determinato istante. Quest'obbligo è definito nelle specifiche delle licenze Creative Commons come obbligo di attribuzione e viene indicato semplicemente con la sigla BY all'interno del logo utilizzato per classificare la propria licenza, esattamente in questo modo:


Esistono diversi tool, utilizzabili direttamente da web, prodotti e pubblicati dal CCLabs, grazie ai quali è possibile facilmente configurare la propria licenza secondo i seguenti obblighi per gli utilizzatori:

BY (attribuzione): l'opera può essere utilizza solo se viene garantita l'attribuzione della paternità dell'opera

NC (Non commerciale): l'opera non può essere utilizzata all'interno di un uso per un prodotto commerciale

ND (Non opere derivate): l'opera non può essere utilizzata per crearne un'altra

SA (Condividi allo stesso modo): l'opera può essere modificata solo se l'opera risultante sarà sotto una licenza identica o equivalente a questa.

Per poter pubblicare un'opera sotto licenza Creative Commons il primo passo è quello di convertire la propria opera in formato digitale in maniera opportuna ed assicurarsi che sia in un formato comunemente utilizzato sul web, in questo modo è possibile garantirne facilmente l'utilizzo a tutti, da notare che sono altamente consigliati e ben voluti i formati basati su tecnologie aperte e note.

Il secondo passo è di utilizzare uno dei generatori del CClabs e per creare i propri metadata RDF (Resource Description Framework) da pubblicare sul proprio sito web ed esattamente nella pagina che conterrà il contenuto che si desidera diffondere in rete.
I metadata sono dei microformati, basati sul formato XML, che includono tutte le informazioni della licenza adottata su una particolare opera e relativo autore, inoltre sono inclusi i tag HTML per poter visualizzare correttamente il logo Creative Commons associato alle caratteristiche della licenza adottata.

L'attuale interesse verso i microformati è essenzialmente basato sul tentativo di trasformare qualsiasi informazione pubblicata sul web in risorsa reperibile direttamente da remoto, proprio come se fosse immersa in un infinito database gestito proprio dagli utenti. Questa problematica è nota come Data Web ed è solo uno dei tanti ed insoluti tabù del Web Semantico e di ciò che forse sarà il Web 3.0.

In questo modo, ad esempio, è possibile interrogare il web su autori ed opere affiliati o meno ad una particolare licenza. In realtà si possono fare interrogazioni anche più astute, ma dipende moltissimo dall'utilizzo che ne fa l'utente che pubblica i suoi metadati, ed ecco che proprio in questa fase entrano in gioco le applicazioni di generazione di metadati che, purtroppo, non sono ancora particolarmente user-friendly per la stragande maggioranza degli utilizzatori del web.

Ma è meglio che ritorno a parlare di Creative Commons ed approfondirò l'utilizzo dei microformati in un post successivo.

Sempre all'interno della definizione dei campi relativi alla propria licenza, è possibile inoltre adottare un'ulteriore rilassamento dei vincoli della licenza, per fare ciò basterà specificare un'ulteriore campo dei metadata, ovvero il campo MorePermission URL che rappresenta l'indirizzo di riferimento da contattare per eventualmente dare la possibilità agli utilizzatori di ottenere minori obblighi di pubblicazione, sempre che l'autore dell'opera accetti o meno.

Il terzo passo è di pubblicare l'opera sul proprio sito e di renderla accedibile agli utenti dal web, non dimenticando di pubblicare nella stessa pagina le informazioni della licenza Creative Commons adottate per l'opera con i relativi metadata.

Il quarto passo è di registrare la propria opera in uno dei servizi di repository pubblici per contenuti licenziati Creative Commons.
Sul sito ufficiale è stato pubblicato l'elenco di questi repository: Content Directories.
In questo modo è possibile garantire una data di inizio validità della licenza in modo da definire la storia delle pubblicazioni dell'autore e poter evitare casi di dubbia paternità dell'opera.

Siamo alla fine del processo di pubblicazione e, come potete notare, un autore può pubblicare liberamente la propria opera, che non deve essere sotto alcuna licenza di tipo esclusivo, liberamente e senza alcun intermediario standosene tranquillo e pacioso a casa davanti al proprio PC.

Se poi siete interessati a diffondere ulteriormente la vostra opera, esistono moltissimi servizi web basati su contratti di pubblicazione non-esclusivi che possono essere utilizzati liberamente e contemporaneamente.

domenica 29 luglio 2007

E-commerce fai da te con il Web 2.0

In seguito ai numerosi quesiti posti da molti dei miei amici, neofiti e non, ed in seguito alla discussione avuta con Alberto Brogi al WaveCamp a Firenze, riguardo la possibilità di vendere una propria opera, ad esempio un DVD video, o un proprio articolo in rete, volevo segnalare qualche bel web service per poter aprire gratuitamente il proprio negozio online.

Di seguito per
gestore del servizio intenderò la società che mette a disposizione il servizio web; mentre per negoziante intenderò l'utilizzatore del servizio che ha aperto, o è intenzionato ad aprire, il proprio negozio web.

La libertà della gestione del proprio negozio e l'utilizzo stesso del servizio viene ripagato al gestore del servizio tramite una piccola percentuale che viene aggiunta al prezzo del singolo prodotto e per ogni transazione eseguita, oltre ovviamente al costo di produzione del singolo prodotto se questo viene prodotto dal gestore stesso (ad esempio un CD, un DVD o un libro).

Solitamente quindi il prezzo finale presentato all'utente web (consumatore o utente finale) del proprio prodotto sarà più o meno calcolato in questo modo:

costo di produzione + royalties + % transazione = prezzo finale

Le royalties possono essere impostate a piacere dal negoziante, possono essere cambiate in qualsiasi momento, e rappresentano il guadagno netto per ogni singola transazione: ovvero il guadagno del negoziante per la proprietà intellettuale del singolo contenuto.

Molti di questi servizi prendono in carico le transazioni con il cliente, tenendo fuori quindi il negoziante dalle problematiche logistiche e lasciandogli solamente il compito di inserire i propri articoli e/o contenuti da vendere.

Tipicamente, una volta che si ha la rappresentazione digitale dell'opera, basterà fare un upload nel proprio negozio web, personalizzare il package per la vendita, fissare le royalties, scegli
ere un tipo di licenza da associare ed infine, prima di rendere pubblicamente accedibile il prodotto sul web, categorizzare il prodotto con gli opportuni tag per la ricerca. Tutto questo viene fatto utilizzando l'interfaccia web del proprio negozio, e devo dire che alcune sono davvero molto facili da utilizzare.

Chiaramente bisognerà prestare attenzione al tipo di licenza da associare e bisognerà verificare la fattibilità della vendita: ovvero assicurarsi che il prodotto che si sta vendendo non sia già coperto da qualche licenza che ne vieta la vendita dal canale web o che non sia soggetto a copyright di terzi di cui non si possiede l'autorizzazione.

Alcuni di questi servizi offrono la possibilità di scegliere diversi tipi di licenze opportunamente selezionate a seconda del tipo di prodotto che si vuole vendere, ad esempio per un CD o un libro è possibile scegliere se utilizzare una qualche licenza Creative Commons oppure licenzi
are tutto sotto copyright esclusivo.

La caratteristica principale di questi servizi è che il gestore del servizio non ha scorte e quindi non esistono costi di magazzino, in pratica solo nel momento in cui c'è una richiesta da parte di un acquirente il prodotto viene costruito ed impacchettato per la spedizione.
Questa logica di
"vendita solo su richiesta" sta cominciando a smuovere il mercato web in quanto si stanno creando numerosi prodotti e opere creati da artisti indipendenti che non possono permettersi i costi di produzione e di magazzino che in passato rappresentavano l'unico canale di pubblicazione sul mercato. Non essendoci intermediari è possibile istantaneamente pubblicare un prodotto e venderlo al prezzo desiderato.

Il primo di questi servizi che voglio proporvi è Lulu.com che ultimamente ha vinto il premio di miglior portale dedicato alla pubblicazione di libri per i Web 2.0 Awards.
Un primo aspetto da non trascurare assolutamente è che tutto il portale ed il servizio di gestione del proprio negozio sono tradotti totalmente in italiano, questo sarà pienamente apprezzato da chi, tra gli utenti, non ha molta dimistichezza con la lingua anglosassone.
Con Lulu è possibile pubblicare CD audio, DVD, software, immagini, e-book e libri, particolarmente curato l'aspetto di pubblicazione proprio per questi ultimi, per i quali è possibile scegliere il tipo di rilegatura e tutto il resto del packaging.
Per la pubblicazione di un CD audio ad esempio è possibile personalizzare tutto il package del CD compresa la serigrafia, il libretto interno del CD, la cover e tutto l'inlay della confezione.
Inoltre è prevista l'integrazione con eBay, pagando una quota annuale al negozio eBay convenzionato, per poter vedere uno dei propri prodotti nel negozio web più famoso al mo
ndo.

Tra le pagine di documentazione inoltre sono presenti una serie di consigli rigu
ardo il web marketing utilissimi per chi non sa muoversi in questo ambito da subito.

Se invece siete orientati su oggettistica e gadgets potete provare CafePress.

Se non siete ancora convinti potete dare un'occhiata a Shopify che
ultimamente è stato menzionato tra i Web 2.0 Awards nella categoria Business, classificandosi al terzo posto.

Molti di questi servizi permettono l'interfacciamento con PayPal per gestire i pagamenti e le transazioni dei clienti.

L'unico modo per capire se uno di questi servizi fa per voi è quello di crearvi un account, non preoccupatevi è tutto gratuito, e di provare ad utilizzarlo quel tanto per capire se fa al caso vostro oppure no. Se dopo un'accurata sessione di configurazione del vostro negozio web vi rendete conto che un particolare servizio non è assolutamente idoneo al vostro scopo, potete tranquillamente cancellare il negozio ed il vostro account senza preoccupazioni ;)

Le potenzialità della rete e del Web 2.0 sono ancora del tutto sconosciute a gran parte degli artisti, principalmente scrittori e musicisti, i quali, pur avendo dimistichezza con il web, non ne conoscono l'esistenza in quanto questi servizi sono ancora poco pubblicizzati.

E' davvero un dispiacere sentirsi dire da persone potenzialmente incredibili a livello artistico sentenze del tipo:

Ma davvero è possibile vendere un CD o un libro facendo solamente un upload da casa?!?!?

Spero vivamente di sentirne sempre di meno in futuro!

martedì 24 luglio 2007

WaveCamp e SecondWave


Eccomi quì a raccontare le inenarrabili vicende vissute nella desertica location di Firenze a Sesto Fiorentino nella zona di Osmannoro Sud, ovvero l'Italia Wave Love Festival.

Proprio in seguito a queste vicende, finalmente mi sono deciso ed ho aperto questo mio blog personale, questa volta in italiano, soprattutto dopo aver assaporato la grandiosa idea dei barCamp.

Il tutto è iniziato quando sono stato selezionato per partecipare come finalista al concorso SecondWave su Second Life di Italia Wave Love Festival: quì trovate il comunicato ufficiale della Fondazione Arezzo Wave Italia in cui vengo menzionato come artista solista, il nome del mio avatar è Pier Lusch, e suono con il mio trio LOB Tech Tones per l'esibizione live in diretta da Firenze.

Grazie a questo evento ho approfittato per partecipare, anche se purtroppo solo per un giorno e mezzo, al WaveCamp organizzato proprio all'interno del festival.

La partecipazione al concorso mi ha effettivamente preso molto tempo, in quanto ci sono stati diversi problemi logistici con l'organizzazione dell'evento di domenica sera, per non parlare del problema climatico che abbiamo dovuto fronteggiare. Fortunatamente tutta l'attività del concorso si è svolta all'interno del Media Center e quindi sono riuscito a conoscere alcuni dei personaggi che caratterizzano il barCamp nostrano.

Prima di chiudere con il SecondWave volevo ringraziare Fan, Olho, Gilda e Beppe per essere riusciti a seguire in maniera continuativa il concorso anche se la location non è stata sempre così accomodante e tranquilla. Inoltre è stato davvero un grande piacere conoscervi tutti di persona e devo dire che l'impatto, soprattutto con Beppe, è stato incredibile: è identico all'avatar!

Grandissimo l'incontro con un mio carissimo amico nonché ex membro e cofondatore del Supergroup, ovvero sto parlando di Giordano Muraglia (JurgenBass), non riesco a darmi pace pensando che non riusciamo ad incontrarci a Roma, ma ci incontriamo in uno dei più importanti festival italiani entrambi come finalisti per due concorsi diversi!!!


Giordano è l'attuale bassista dei VolcanoMan, che si sono esibiti proprio il 21 Luglio sullo Psycho Stage, ed ai tempi dell'università era il bassista del mio quartetto Supergroup, gruppo jazz/fusion in cui suonavamo cover dei Tribal Tech, Chick Corea, Weather Report e vari standard jazz.

Inoltre sono riuscito a conoscere Franci Omi l'artista indipendente a tutto tondo nostrano che si è esibito dal vivo su SecondLife dal Media Center sempre sulla location SL di 4DAngels ma al di fuori del concorso SecondWave.

Tutti i problemi tecnici relativi alla connessione wireless, ai relativi router ed all'attrezzatura per poter erogare l'evento di SecondWave sono stati risolti da Marco Colarossi e Andrea Lodi, scusatemi ma del resto dello staff non ricordo i nomi, che si sono prodigati nella logistica e nella configurazione dell'ambiente. La presenza di un megaschermo LCD e di un mixer con casse collegate ha permesso anche alle persone che passavano nel Media Center di poter partecipare all'evento su Second Life.

Come potete capire già adesso la congiunzione con il
mondo del WaveCamp con quella di SecondWave era inevitabile, infatti proprio Marco Colarossi e Andrea Lodi insieme a Stefano Vitta hanno organizzato completamente il WaveCamp.


WaveCamp - 21 Luglio 2007

Da Roma mi collego subito su Robin Good Tv per verificare le con
dizioni dell'area del festival: come sospettavo, il WaveCamp viene reinviato dalle 10:00 del mattino alle 13:00 del pomeriggio, intanto preparo il tutto e corro a prendere il treno armato di chitarra, effetti e laptop con valigia.

Arrivo molto tardi, quasi a WaveCamp finito, ma riesco a partecipare all'intervento di Leonardo Chiariglione, ovvero il padre della codifica mp3, entro e mi siedo
con il mio fidato laptop nello zaino ed una fantastica bottiglietta di Coca Cola indispensabile per sopravvivere alle alte temperature della location, mi sono ritrovato proprio in questo momento in due foto di Luca Mascaro (foto 1 e foto 2) e nel video di chiusura del WaveCamp ripreso dall'onnipresente Robin Good (si, sono il fomentatissimo tizio con la maglietta nera ed il logo Creative Commons :-P)

In seguito rimango nel Media Center per il SecondWave ed il laptop collegato in rete ovviamente ^___^


WaveCamp - 22 Luglio 2007

Mattinata passata in albergo collegato in rete per mancanza di accessibilità all'area del festival, a patto di avere una muta autorefrigerante alimentata ad azoto liquido, e tentativo di risoluzione dei primi problemi logistici in agguato per il SecondWave.

In seguito arrivo nel Media Center ed effettivamente eravamo rimasti davvero in pochi, ma in ogni caso si è discusso di come riuscire ad imbastire una "educazione informatica", o almeno così l'ho introdotta io, soprattuto per i più piccoli utilizzatori delle nuove tecnologie, in quanto oggi si possiede un cellulare già da tenera età, non rendendosi conto di avere tra le mani uno strumento molto sofisticato che può creare non pochi problemi sociali, come il buon Ivan ha sottolineato.
Si è parlato anche di problematiche relative alla pulizia dei log dei nostri siti, ed io ho qualcosa che mi frulla per la testa a riguardo, ma adesso non ne voglio ancora parlare.
Altri strumenti del social media come Last.Fm, Jamendo, aNobii, bookcrossing e cd crossing sono stati richiamati e discussi insieme a Alberto Brogi, Antonio Sofi, Roberta ed Elisa
.

Inoltre insieme a Roberto Chibbaro ho affrontato come argomento lo sviluppo di web application in ambiente J2EE, tendando di evangelizzarlo al linguaggio Java :-P

Insieme ad
Alberto Brogi invece ho avuto un'interessante conversazione sui nuovi servizi gratuiti utilizzati per fare web tv, come ad esempio Mogulus, e sull'usabilità delle interfacce utilizzate da questi servizi gratuiti ed utilizzabili da ogni potenziale utente della rete.

Marco Colarossi mi ha illustrato il suo progetto del MusicCamp di Pescara e credo proprio di non poter mancare ad un evento così interessante, farò in modo di esserci, intanto mi sono iscritto tra i partecipanti nella wiki.

In definitiva questa mia partecipazione al WaveCamp mi ha invogliato a partecipare ai prossimi barCamp nostrani... una location meno fortunata di questa credo proprio non si possa trovare, confido in quelle future ^___^